Mazzini e l'Europa tra passato presente e futuro di Marco Spina Nel movimento della "Giovine Europa" che Mazzini fondò nel 1834 a Berna, in Svizzera, promosse l'emancipazione dei popoli europei che aspiravano all'indipendenza nazionale. Questa associazione aveva come visione quella di un'Europa libera ed unita fondata sull'amore, termine che oggi può apparire strano se utilizzato in questo contesto, ma che per il genovese non lo era affatto. Egli credeva che senza questo sentimento non si potesse governare un popolo. Criticava la visione materialista di Marx e ne propugnava una spiritualista, propensa a far comprendere all'uomo non solo i diritti ma anche i doveri del buon patriota. Un'Europa dei popoli fondata sull'amore, questo sognava Mazzini. Oggi sfortunatamente non possiamo dire che sia del tutto così. Viviamo in un'Europa che va "a due velocità": in avanti Germania e Francia e dietro le altre. Grande importanza oggi hanno le banche e poca invece il pensiero, il concetto, l'idea. Mazzini si proponeva come un vero e proprio rieducatore dei popoli, fu un uomo che sfidò il papato e Luigi Bonaparte, in seguito Napoleone III, pur consapevole della probabile sconfitta a cui egli andava incontro. Mai riuscì a veder realizzato il suo sogno: vedere Italia ed Europa unite sotto l'istituzione Repubblicana. Sotto una certa prospettiva si potrebbe dire che la sua persona ne uscì sconfitta. Questo, però, non si può dire del suo pensiero che, dopo quasi un secolo dalla sua morte, ha trionfato in ambedue i punti del suo programma. Non possiamo comunque ritenerci soddisfatti, poiché, anche se l'Europa va preservata, quella in cui viviamo non è l'Europa dei popoli di Mazzini. Noi giovani di oggi e futura classe dirigente del domani dobbiamo impegnarci già da oggi, se vogliamo che si realizzi il pensiero di uno dei nostri architetti e padri della Patria: Giuseppe Mazzini. Roma, 22 Giugno 2017 |